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Due racconti in uno solo, indivisibili perché uno conseguenza dell'altro. Il primo va dalla cattura al volo verso l'esilio in Italia, il secondo dal primo lavoro minorile alla cattura da parte delle Tre A. Il libro è una "storia vera", un romanzo autobiografico, una testimonianza sugli orrori di una dittatura. È uno spaccato di storia argentina relativa agli anni 60/70, vista attraverso l'esperienza di un emigrato italiano, cresciuto pensando di essere argentino ed espulso poi dopo 5 anni di carcere sotto la dittatura di Videla come "straniero indesiderato". Attraverso il racconto della vita di Francesco'Carlucci, il "Tano" Franco, scopriamo le vicende di una famiglia povera, della conurbazione di Buenos Aires, la sofferenza e la gioia del trovare il proprio posto nel mondo e con gli altri. I compromessi con la vita, la lotta contro l'ingiustizia, il nauseabondo sentore delle differenze sociali respirato fin da piccolo, la ricerca di strade per aprire porte e abbattere mura di oppressione quotidiana, la militanza, l'adesione a un'organizzazione politico militare come il PRT-ERP, gli anni di lotta, gli amori, la clandestinità, il carcere, i sogni, le paure, le speranze e l'esilio. La storia di un emigrante italiano che si sposa con quella degli argentini in un'epoca che segna nettamente un prima e un dopo nella storia di queste terre d'America. Introduzione di Enrico Calamai.